Amour

Amour - LABS - NUSeh
06 Settembre inizio ore 20

L’inevitabilità della fine. Georges ed Anne sono due musicisti ottantenni in pensione, che conducono una vita dignitosa in una casa elegante.[/paragraph]

Ne facciamo la conoscenza al rientro a casa dopo aver assistito al concerto di un ex allievo pianista, ma subito, quella notte stessa ed al mattino seguente, arrivano i primi segnali di qualcosa che non va: Anne si mette a sedere a letto e fissa nel vuoto, mentre durante la colazione ha un momento di blackout, al termine del quale minimizza e ritiene inutile interpellare il loro medico di fiducia.

Sono momenti scioccanti nella loro semplicità, primi sintomi di qualcosa di più pericoloso: Anne ha un attacco, che paralizza la parte destra del corpo. Lo veniamo a sapere a cose fatte, vedendola rientrare a casa su una sedia a rotelle dopo le prime cure; un attacco che compromette la sua capacità di suonare, annullando di fatto quello che la definisce come persona. Un intervento non andato a buon fine precipita la situazione verso l’inevitabile, costringendo Georges a doversi occupare di Anne, prima da solo, poi con l’aiuto saltuario di una infermiera, cercando di mantenere la promessa fatta alla moglie di non farla ricoverare e lasciarle vivere gli ultimi scampoli di vita nella sua casa. Amour, di Michael Haneke, essenziale titolo, intimo e sofferto film, scritto e diretto dal regista austriaco concentrandosi sui due protagonisti. Sporadiche figure di contorno, le infermiere, il portiere, la visita dell’ex allievo, sono intrusioni occasionali nella sofferta intimità della coppia. Le immagini colpiscono nel profondo per la sofferenza dei protagonisti: campi fissi che scrutano impietosamente il degrado della malattia, o il lento vagare di Georges. L’uomo soffre per la moglie che vede sparire lentamente, per sè stesso e una situazione pesante al di sopra delle sue possibilità. Una tragedia familiare dipinta con intensità. retta principalmente sui due protagonisti, Emmanuelle Riva tratteggia i sintomi sempre più evidenti della malattia, con lo sguardo comunica la desolazione del suo personaggio al cospetto della perdita di dignità della sua condizione; Jean-Louis Trintignant lavora per sottrazione, per mostrarci quella scintilla che poco per volta sparisce dagli occhi del suo Georges, sopraffatto dal dolore, inadeguatezza, dubbi e paura. Sensazioni che lo portano allo scontro con la figlia Eva, musicista anche lei ed interpretata da Isabelle Huppert. Dramma che mette alla prova persone e rapporto con la figlia, e l’amore tra i due coniugi, costretto a una fine inevitabile. Non c’è mai speranza in Amour fin dall’incipit, un frammento del futuro che attende i protagonisti, che prepara gli spettatori definendo il tono del film.

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Regia di Michael Haneke
Prodotto da Stefan Arndt, Margaret Ménégoz, Veit Heiduschka (co-produttore), Michael Katz (co-produttore)
Attori William Mapother, Brit Marling, Jordan Baker

Anno 2012
Durata 125 minuti
Francia